Cion Cion Blu by Pinin Carpi

Cion Cion Blu by Pinin Carpi

autore:Pinin Carpi [Carpi, Pinin]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858506080
editore: Piemme
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


E allora Uei Ming si era messo a piangere come al solito, implorando:

– Oh, Gelsomina mia! Perché sembri così buona a vederti e invece sei così crudele?

Dopo aver spiato bene bene, nascosto con Man Gion dietro il tronco, Brut Bir Bon ringhiò:

– Diavolo! Siamo ancora in tempo!

– Oh sì, – rispose Man Gion contento – siamo ancora in tempo a tornare a casa prima che ci succeda un patatrac.

– Ma no, bestione! – mormorò cavernoso il brigante. – Siamo ancora in tempo a tendere un agguato. Però – continuò, mentre Man Gion tremava e batteva i denti dalla paura – è meglio non attraversare la foresta. Quelle bestie feroci sono proprio insopportabili. Sai che cosa facciamo?

– Preferirei non saperlo – supplicò Man Gion.

– Ma sei proprio un pigrone, sai? – esclamò Brut Bir Bon. E per punirlo, dato che non poteva muovere le mani, gli diede una zuccata fortissima, tanto che Man Gion finì sott’acqua e il capo-brigante dovette tirarlo subito fuori boccheggiante, se no annegava.

– Senti, – continuò Brut Bir Bon – invece di attraversare la foresta, le giriamo intorno e andiamo a aspettarli quando escono dall’altra parte. Però, per essere più sicuri, dato che non abbiamo più i cavalli, ci facciamo aiutare da certi banditi miei amici, quelli della banda Canarina. Lo sai che è una banda terribile? Stanno là in fondo, al margine della foresta. Così facciamo una bella imboscata.

Finalmente trovarono un punto dove l’acqua del fiume era bassa e raggiunsero la riva dalla parte della foresta.

– E poi, – sghignazzò Brut Bir Bon, mentre camminava verso la tana della banda Canarina – quei due stupidoni si faranno divorare dalle belve mentre attraverseranno la foresta. Così troviamo le cose bell’e fatte, che tanto le bestie non mangiano le perle. Che cosa c’è?! – urlò fermandosi.

Perché, lontano, tra i campi fioriti, filavano come due frecce due ombre nere. E quella davanti strillava con voce rauca e ansimante: – Sal... salvatemi... puf puf puf puf... sono... Ro... Ron Fooon... puf puf puf puf...

Mentre l’ombra che stava dietro ringhiava e soffiava. Ma in meno di un minuto le due ombre erano scomparse all’orizzonte.

– Quel Ron Fon! – ghignò Brut Bir Bon. – È proprio un fifone a scappare davanti a un cagnolino così piccolo.

E riprese il cammino.

Il covo della banda Canarina era scavato sottoterra e l’entrata era completamente nascosta da una quantità di margherite gialle. I banditi erano dieci piccoli cinesi vestiti di giallo. E avevano la faccia gialla perché erano cinesi, ma avevano anche i capelli e i baffi gialli. Tutt’attorno alla cintura avevano infilati dieci coltelli ciascuno, e in ogni mano avevano un coltello, e anche tra i denti tenevano sempre un coltello. Perciò non parlavano mai. Si toglievano il coltello di bocca soltanto per mangiare. E mangiavano sempre banane gialle.



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